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Antonio Gramsci 1975, Ritratto, acquerello. cm 66x48
Socialismo e cultura
(...) Bisogna disabituarsi e smettere
di concepire la cultura come sapere
enciclopedico, in cui l’uorno non é visto
se non sotto forma di recipiente da empire
e stivare di dati empirici, di fatti bruti
e sconnessi che egli dovrà casellare nel suo
cervello come nelle colonne di un dizionario
per poter poi in ogni occasione rispondere
ai vari stimoli del mondo esterno.
(...) La cultura è una cosa ben diversa.
È organizzazione, disciplina del proprio io
interiore, è presa di possesso della propria
personalità, è conquista di coscienza
superiore, per Ia quale si riesce a
comprendere il proprio valore storico,
la propria funzione nella vita, i propri diritti
e propri doveri.
(Antonio Gramsci)